Educazione e interpretazione. Profili e categorie di una pedagogia ermeneutica.Nuova edizione riveduta e ampliata

A distanza di quindici anni dalla prima edizione e a dodici dalla ristampa ho ritenuto di proporre una seconda edizione, modificata in parte, di Educazione e interpretazione perché l’impianto teoretico mi è sembrato ancora oggi valido e degno di ulteriore approfondimento. Il testo presenta un quinto capitolo completamente nuovo che sostituisce il precedente e le ragioni di questa sostituzione sono proprio negli studi che ho condotto nel corso di questi anni sulla pedagogia ermeneutica che mi hanno portato a guardare “oltre” l’ermeneutica stessa, pur senza stravolgere i paradigmi ai quali mi rifacevo che sostanzialmente avevano i loro fondamenti nel pensiero di Hans Georg Gadamer. La strada è stata tracciata sempre da Gadamer negli spazi di extrametodicità da lui stesso individuati e che nei miei lavori successivi alla prima edizione del 2001 mi hanno portato a indagare sempre con maggiore attenzione la pratica educativa per carpirne le intrinseche dinamiche che spesso sfuggono all’occhio del ricercatore. Il difficile e complicato rapporto teoria-prassi, ancora tanto studiato in pedagogia , presenta criticità di rilievo che mettono in crisi tutte le certezze possibili delle scienze dell’educazione e in primis della pedagogia, anche di quella che più si è avvicinata ai metodi quantitativi per la individuazione di dati oggettivi. Fino a quando si riterrà che nelle scienze umane la certezza scientifica corrisponde a dati incontrovertibili e oggettivamente certi, ovvero ci si rifarà al principio medievale dell’adaequatio intellectus et rei secondo il quale deve esserci corrispondenza tra rappresentazioni e ordine della ragione, non riusciremo a liberarci da presunte verità o meglio da verità ritenute tali