Cittadinanza imperiale romana e britannica a confronto : le riflessioni di James Bryce

Il rapporto del suddito col proprio sovrano, secondo i giuristi inglesi, era, nella sua natura, identico a quello del vassallo col proprio signore. Quantomeno a partire dal Calvin’s case (1608), da ciò conseguì che, con la conquista e l’annessione di nuovi territori, i loro abitanti liberi, diventando sudditi di Sua Maestà, ottenevano tutti i diritti civili spettanti a un suddito britannico, eccettuati quelli che presupponessero la residenza in Inghilterra. Cionondimeno – benché la tradizione giuridica della monarchia inglese favorisse, in fondo, il rapido emergere d’una vera nozione di cittadinanza imperiale britannica – non si riscontra, nella concreta esperienza storica dell’Impero britannico, a differenza di quanto era accaduto in quella dell’Impero romano, alcun tentativo di integrare le élites dei popoli conquistati nel ceto di governo. Le riflessioni di James Bryce (1838-1922) – uomo politico liberale, politologo e storico oxoniense del diritto romano – sulla constitutio Antoniniana e sulle divergenti esperienze romana e britannica.Marotta Valerio. Cittadinanza imperiale romana e britannica a confronto : le riflessioni di James Bryce. In: Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité, tome 118, n°1. 2006. Antiquité. pp. 95-106