Azione esterna

Il \uabnuovo\ubb concetto di azione esterna comprende l\u2019insieme delle politiche e delle azioni svolte dall\u2019Unione in ambito internazionale. L\u2019unificazione in un unico paradigma dei rapporti tra UE e resto del mondo non equivale tuttavia a trasformare l\u2019Unione in un\u2019entit\ue0 federale, n\ue9 a modificare gli assetti e i principi fondanti quest\u2019ultima, tra cui quello delle competenze attribuite. L\u2019azione esterna continua quindi a essere divisa, in sintesi, tra PESC (e PSCD), da un lato, e politiche \uabmateriali\ubb dell\u2019Unione aventi rilevanza internazionale, in primis, ma non solo, la politica commerciale comune. Anche sul piano delle fonti e degli atti di diritto derivato permangono significative differenze, comprensive anche del diverso ruolo svolto dalle istituzioni dell\u2019Unione a seconda degli ambiti su cui si svolge l\u2019azione esterna. Questa sostanziale \uabdicotomia\ubb si riflette poi sia sull\u2019esatta delimitazione dell\u2019ambito di operativit\ue0 delle diverse politiche componenti l\u2019azione esterna, sia sul riparto di competenze tra Unione e Stati membri al riguardo esistenti. Ci\uf2 posto, il quadro unificante che nondimeno si \ue8 cercato di realizzare col trattato di Lisbona appare apprezzabile ed \ue8 suscettibile di consentire all\u2019Unione di rafforzare la propria posizione sulla scena internazionale, tanto pi\uf9 se le innegabili difficolt\ue0 ermeneutiche e talora sistematiche presenti nei testi dei trattati verranno affrontate e risolte con pragmatismo e conformemente all\u2019effetto utile del diritto dell\u2019Unione europea