Le mutilazioni genitali femminili: riflessioni su un'esperienza di ricerca in Toscana.

Le mutilazioni genitali femminili (MGF) sono una pratica tradizionale diffusa prevalentemente nell’Africa Subsahariana, ma che l’immigrazione ha fatto conoscere anche al mondo occidentale, che comprende tutte le forme di rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o ad altre modificazioni indotte agli organi genitali femminili, effettuate per ragioni culturali o altre ragioni non terapeutiche. Le MGF hanno gravi conseguenze sul piano psico-fisico sia immediate (con il rischio di emorragie a volte mortali, infezioni, shock) che a lungo termine (quali cisti, difficoltà nei rapporti sessuali e nel parto con il rischio di morte per la madre o per il bambino); eppure, nonostante ciò, sono ancora ritenute una tappa essenziale per il passaggio della bambina alla condizione di adulta e per l’inserimento della donna nel contesto sociale. L’esperienza di ricerca, realizzata tra gennaio e maggio 2011 presso il Centro per la prevenzione e la cura per le MGF dell’ospedale Careggi di Firenze, attraverso l’uso di una metodologia integrata sia quantitativa che qualitativa (interviste semi-strutturate per i dati socio-demografici e raccolta di storie di vita), è stata finalizzata alla conoscenza dell’atteggiamento della popolazione portatrice di tali pratiche in contesto di migrazione