Edizione critica del Ragionamento chiamato l’academico, overo della bellezza di Iacopo di Gaeta. L’opera inaugura una linea nuova nella trattatistica sul bello e sull’arte, rielaborando, alla luce del naturalismo telesiano, alcune idee estetiche di Dante, di Petrarca e di Boccaccio. L’Autore è un umanista raffinato, un intellettuale attivo nella cultura calabrese di fine Cinquecento, conosciuto soprattutto grazie alle testimonianze di Tommaso Campanella che lo indica come suo maestro. Per Iacopo di Gaeta la bellezza è «segnale della qualità interna conservatrice» di ogni cosa, ovvero indizio e manifestazione di vita e di conservazione, mentre il brutto è segnale di distruzione e di morte. Egli sostiene che il bello e il brutto sono relati...